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Chi sono io? Uno nessuno Centomila

Chi sono io? Uno nessuno Centomila

    Elisabetta Maistrello volto di donna 

      Sappiamo davvero chi siamo?

      E’ questa la domanda che si è posta l’artista-pittrice Elisabetta Maistrello con la sua nuova collezione di volti di donna in esposizione allo Spazio Biosfera  in Padova per soli tre giorni dal 27 al 29 novembre.

      Leggere un volto è come leggere un romanzo, l’espressione degli occhi, l’inclinatura del volto, i tratti somatici raccontano del nostro se più intimo, di segreti celati o evidenti accadimenti.

      Tutto è negli occhi di chi osserva l’opera.

      Può capitare di incontrare un’anima che ci appartiene, un’attrazione che diventa fatale se il volto che osserviamo è in sintonia con il nostro sé o al contrario che rigettiamo se disturba il nostro sentire.

      Difficile stabilire da cosa siamo attratti, impossibile dare una spiegazione logica all’istinto.

      Ed è ciò che accade alla pittrice Elisabetta Maistrello, ignara della sua ossessione per i volti, è conscia solo della forza magnetica che la porta a dipingere la dolcezza e la bellezza della donna attraverso questa parte del corpo che meglio esprime le emozioni.

      Ho chiesto ad Elisabetta se nel suo girovagare le capita di soffermarsi in un volto e registrarlo nella sua mente affinché possa diventare il soggetto di un futuro dipinto.

      No, è stata la sua risposta. Mica perché non osservi o non cerchi tra la gente il viso perfetto, ma perché programmare e organizzare un lavoro è contrario al suo credo, sarebbe come uccidere la sua genialità.

      La pittura è intuizione, espressione di un sentimento che può essere paragonato ad un fulmine, arriva illumina e se ne va.

      In quella frazione di secondo il suo estro si esprime, si materializza e diventa un volto.

      Uno nessuno centomila volti albergano nell’animo di Elisabetta quasi a significare che ogni donna dipinta sia una Elisabetta che lei stessa non conosce, ancora meglio mi piace pensare siano i ritratti di tante Elisabetta vissute nei secoli passati.

      Noi siamo l’istante esatto in cui ci guardiamo allo specchio che non può essere uguale al secondo dopo.

      Chi siamo allora?

      Uno nessuno centomila.

      rhetie

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